Patirion
Si trovano sulla montagna rossanese, tra la contrada rurale Piragineti e Corigliano, fondati tra il 1090 ed il 1101 – 1105, da Bartolomeo da Sieri e voluti dai Normanni, poco dopo la conquista di Rossano e la fine del dominio bizantino in Italia (1059 – 1060). In questo maestoso impianto monastico, si fondono, per la prima volta nella storia della città, le culture, le sensibilità, le tecniche architettoniche ed artistiche, bizantina, normanna ed araba. Fu per secoli un luogo di preghiera e di incontro con l’assoluto, ma anche un centro culturale tra i più qualificati e rinomati del Sud, con il suo Scriptorium ( in cui i monaci amanuensi trascrivevano, conservavano e trasmettevano ai posteri la sapienza greco-romana-pagana e quella cristiana) e la sua biblioteca ricca di testi e codici antichi. Ancora oggi il Patire è l’edificio sacro che rappresenta bene gli splendori della religiosità e della maestosa bellezza artistica della Rossano Bizantina: misteriosi e splendidi i diversi mosaici del pavimento, molto interessanti alcune pere d’arte ( un crocifisso ligneo, una statua della madonna), ben conservata la Chiesa ( basilicale, con tra absidi, tetto ligneo ad arcate su grandi colonne, numerose decorazioni interne ed esterne, ancora resistenti solo alcune parti del Monastero (il chiostro, il muro perimetrale, la torre campanaria, frammenti di affresco).
San Nilo
E’ una chiesa ad un’antica navata, con cappelle laterali, voluta da Olimpia Aldobrandini di Roma (1620), principessa di Rossano, conserva rappresentative opere d’arte barocca: altari marmorei, tele, sculture, statue, stemma degli Aldobrandini.
San Bernardino
È il primo edificio sacro di rito latino – cattolico della città. La chiesa, a navata unica, con una serie di cappelle laterali, conserva capolavori architettonici, scultorei, marmorei, lignei, pittorici di grande pregio: il portale d’ingresso e le arcate dell’abside e delle cappelle di stile tardo gotico; il sarcofago marmoreo di Oliverio di Summa, della prima metà del 500; la pala marmorea dell’altare, le tele, le statue, e poi il tetto, il crocifisso, il pulpito, l’inginocchiatoio ed il grande stipo della sagrestia lignei e di stile barocco. L’ex monastero, imponente ed armonico, che gli sta accanto è diventato il palazzo delle Culture cittadino.
Panaghia
Ossia di “Maria la tutta Santa” (Secc. X – XI ), ubicato nei pressi della Cattedrale, ad una navata rettangolare absidata, si presenta tuttora con motivi architettonici, stilistici, pittorici maggiormente curati, perciò è databile di qualche decennio successivo rispetto ai due oratori precedenti: particolarmente suggestivi sono i due residui affreschi parietali degli espressivi ed enigmatici S. Giovanni Crisostomo e S. Basilio di Cesarea, le decorazioni dell’abside con due fasce di mattoni disposti a spina di pesce ed a triangolo, la bifora absidale e le piccole monofore delle pareti perimetrali.
San Marco
È il capolavoro dell’architettura Bizantina Sacra in Calabria insieme alla Cattolica di Stilo.
Originariamente dedicato a Sant’Anastasia, ubicato nel quartiere della Grecia, il più antico della città risale al sec. X e fu voluto da San Nilo di Rossano. Esso era dedicato all’ascesi comunitaria dei monaci (preghiera, lettura dei testi sacri, meditazione, contemplazione, canto corale) che vivevano nelle sottostanti grotte ricavate dal tufo. Il piccolo edificio sacro, svettante sopra un piccolo culmine di roccia, costruito con materiale povero, semplice nel su impianto, guarda con le sue absidi all’oriente bizantino – greco e di questo ripropone i motivi architettonici tipici: la pianta quadrangolare a croce greca, l’altare al centro bema, la copertura costituita da cinque cupole cilindriche con monofore laterali e sorretto da sei pilastri in muratura, le tre absidi con bifore, un’acquasantiera, gli affreschi parietali.